La mia ragazza ha un cane

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La mia ragazza ha un cane. 

La mia ragazza ha un cane. Una femmina microscopica. Si chiama Lamù. La mia ragazza, non il cane. Veramente lei si chiama Maria, ma non so perché (non lo sa nessuno) lei si fa chiamare così. «Lamù! Lamù! Amò! Amò!» e tutti la chiamano così. Ho saputo il suo vero nome quando un giorno sono dovuto andare dai carabinieri perché il suo cane aveva mangiato la scarpina di un brigadiere, una cosa che le piaceva da impazzire. Al cane. Lei pianse, pensando che il cane avrebbe potuto essere sparato. E invece niente.

La mia ragazza ha un cane che dorme con lei. Non intendo me. Una volta era sola a casa. La mia ragazza, non il cane. Veramente era con il cane, ma mentre IO vedevo la seratona, LEI invece mi disse che dormiva con il cane, che era gelosa, che se ci avesse visto insieme avrebbe fatto la matta. E quindi niente letto, niente casa. Usciamo sempre in tre: io, lei e “la” cane. Lei lecca con affetto, svavisciando. “La” cane, non la mia ragazza.

La mia ragazza ha un cane e quando esce si incontra con altre ragazze che hanno un cane, e tutte hanno questo cane piccolo piccolo, da borsetta. La mia ragazza per il suo compleanno ha voluto degli occhiali da sole nuovi, grandi («Ma te li ho presi già l’anno scorso, quelli grandi…», «Non sono abbastanza grandi!»), da indossare la sera, e una borsetta per il cane. Pensavo, io, una borsetta piccola piccola, da cane. Ha tutto: cappottini per l’inverno, gilettini per la mezza stagione, i vari collari in tinta. Ha tutto quello che potrebbe desiderare. La mia ragazza, non il cane. Ma non aveva una borsetta dentro la quale portare il cane. Mi ha mandato il link con la borsa, costa solo ottocento euro. “Solo”, dice lei, perché lei per la comodità del cane farebbe tutto e di più. Se riesco a non mangiare per due mesi gliela compro.

La mia ragazza va all’università. O meglio: è iscritta all’università, ma da quando ha il cane ha dato due esami e poi basta.

«Maria, alla mamma – sua madre – la scuola ti insegna! Non fare l’errore del zito tuo! Vai, alla scuola!» Scusa se ho lasciato gli studi per andare a lavorare e per riempire di regali quella cagna! (della mia ragazza, non del cane). Dice che non ha bisogno di studiare, che il cane le ha insegnato quello che doveva sapere della vita, dell’amore per la terra, l’ambiente, la natura. E quindi studiare non le interessa più.

La mia ragazza ha un cane che le ha insegnato il rispetto per l’ambiente. Infatti quando usciamo e il cane fa le cose sue, mi fa sempre raccogliere quello che fa e mentre lei è lì con la sua borsetta/il cane/gli occhiali e l’amica con la borsetta/il cane/gli occhiali, io sto là con la bustina rosa shocking, che non mimetizza niente: servirebbe solo a rendere più socialmente accettabile quello che ti stai portando, ma non è niente di bello. Tutti sanno cosa nasconde il tuo sacchettino fashion.

La mia ragazza ha pianto un giorno, quando ho provato a proporle un viaggio in Messico, e ha immaginato di dover lasciare il cane dalla madre.

Il cane ha una ragazza, posso dirlo con chiarezza.

Un giorno il cane, trovando uno spiraglio, si è infilato nella stanza delle scarpe della mia ragazza. Perché lei non ha una scarpiera, un armadietto: ha una stanza delle scarpe. Di tutte le forme, di tutti i materiali, per tutte le occasioni e per tutte le stagioni. Le piaceva molto l’idea di poterle un giorno mordere. Al cane. In un pomeriggio, mentre la mia ragazza era di là a farsi le unghie a forma di ananas, anguria e altri otto frutti di stagione, il cane si mangiò tutte le scarpe. Quando se ne accorse, lei non fece una smorfia. Solo gridò che dovevo andare a buttare quel cazzo di cane.

 

Michele Lamacchia

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ph. Alan Taylor

7 pensieri su “La mia ragazza ha un cane

  1. Io detesto i cani domestici, preferisco i lupi: lasciati liberi e lontani dalla civiltà.

    Più dei cani però odio i padroni di cani: arroganti, egocentrici, aggressivi, veri bulletti di quartiere.

    Viva i gatti, animali intellettuali!

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