Impara l’arte

Amiche e amici, come state? Io bene. In qualità di compilatore di parole, mi piace di tanto in tanto “fare il tagliando” agli strumenti di lavoro. Per farlo, frequento seminari, corsi e webinar, faccio esercizi, scrivo racconti. E leggo. Leggo biografie, manuali di scrittura. Questi ultimi sono sempre più o meno gli stessi e sono noti: mi propongo di parlarne in un altro post. Oggi, però, ho tra le mani questa novità: La scrittura non si insegna, una guida, un pamphlet, un libriccino di Vanni Santoni, edito da Minimum Fax.  


Vanni Santoni è autore talentuoso e prolifico, giornalista e insegnante di scrittura ma, prima, è un bravo ragazzo, onesto. Questo fa sì che ciò che scrive è pulito, schietto, chiaro. E spiazzandoci un po’, onestamente, ci rivela: “la scrittura non si insegna”. Come? Ma allora frequentare seminari, corsi e webinar? Comprare manuali di scrittura? Santoni ribadisce che tutto è utile, nulla è necessario o meglio: ciò che conta è darsi una regola. Disciplina, come si intitola uno dei capitoli. Scrivere tutti i giorni, questa è la regola prima (e una delle tante inspirational quotes che ho sottolineato nel testo). E organizzare il proprio tempo per la scrittura e per niente altro. Per cominciare stacca il Wi-Fi. Scrivere, scrivere, scrivere! 


L’ispirazione è per dilettanti“, scrive rilanciando una frase. E ci spiega che l’ispirazione (quel fenomeno che ci permette di scrivere più pagine e anche migliori) esiste, ma arriva regolarmente solo se ci si mette al lavoro (scusate il gioco di parole) con regolarità. E “con regolarità” si intende tutti i giorni.

La scrittura quotidiana porta a sviluppare quello stato di coscienza “simile a una leggera trance” (detto deep play o alpha state) che consentono a chi scrive di creare anche durante la semplice trascrizione (o che permette di generare, stoccare e assemblare il lavoro anche mentre si è in giro a far compere, o la doccia, o prima di dormire, eccetera.

La scrittura non si insegna è, per chi già scrive, tutto da ritagliare e appendere alle pareti davanti alla scrivania dove ci si siede per lavorare. Leggere Santoni e come avere il buon vecchio Miyagi dietro le spalle a controllarti che tu non ti lasci andare ed esca dal sentiero del rigore. O, anche, come avere alle calcagna il dottor Nowzaradan che controlla cosa mangiamo e cosa no. E uno dei punti fondamentali del libro di Santoni, il più importante prima dell’utilissimo elenco delle cose da non fare, riguarda proprio la dieta. Per tutta la durata del libro, l’autore insiste nel dirci che ciò che conta prima di tutto è ciò che si mangia, è il cibo di cui ci alimentiamo (in senso figurato, ovviamente). E così ci lascia un elenco lungo, lunghissimo, di superlibri di superautori, da Proust a Joyce, da Bolaño a De Lillo, da Tolstoj a Dostoevskij, Dickens, Pynchon, ma ce ne sono tanti dei periodi e degli stili più diversi. Leggere, leggere, leggere!

“Solo nutrendosi di libri buoni si può pensare di produrne uno decoroso”. Anzi: essendo il campo letterario sterminato, si può pensare di farlo solo nutrendosi del meglio.Quindi, amiche e amici, stringi stringi, le cose sono due: leggete e scrivete.

La scrittura non si insegna, ma a scrivere si può imparare.

Michele Lamacchia

Le parole creano mondi

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