Ouka Leele: colore, sogno e ribellione nella Movida.

Ciao amiche e amici, come state? Come avete passato l’estate? Frizzi e lazzi, locali, spiagge, ballare, movida loca e sfoggio di bellezza, luxury e enterteinment a beneficio di follower sui social con un occhio al tag e uno al like? Ma, come si dice alla chiusura malincomica di un cerchio, “passato il Santo, passata la festa” e “dove ti sei fatt* l’estate, ti fai pure l’inverno”, prima che il vento si porti via tutto, torniamo alla reale realtà.

A proposito di movida, è stata una vera sorpresa incrociare sul mio percorso la mostra Una Movida Bárbara dell’artista spagnola Ouka Leele. Ma cos’è la movida? O meglio, cos’è stata?

Il termine movida (letteralmente il participio passato di “muovere”, quindi “mossa, movimento” ma sostantivato al femminile) in Italia viene usato in riferimento alla “vita serale e notturna” di una città ma la movida prima di tutto è stato un “movimento” culturale, sociale ed artistico. Iniziato alla puerta del Sol di Madrid alla fine della dittatura di Francisco Franco durante i primi anni della Transizione spagnola negli anni Ottanta, si è poi rapidamente diffuso in molte altre città della Spagna. “Esta noche todo el mundo a la calle!” era lo slogan.

Ti immagini? Come passare dal bianco e nero al colore: non solo una massa di giovani che finalmente potevano uscire e riempire piazze e strade, ma anche l’esplosione di un entusiasta interesse verso la cosiddetta cultura alternativa che poteva esprimersi, uscire allo scoperto.

Supporto sostanziale al movimento è venuto da parte dei politici dell’epoca, principalmente socialisti, tra cui l’amato sindaco di Madrid, Enrique Tierno Galván. Quando finirà il nostro, privato, soft neo-franchismo italiano, probabilmente torneremo anche noi e i nostri giovani a la calle. Chi lo sa [mani a cuoricino].

Il movimento della movida madrileña esprimeva arte e cultura a 360°, dalla musica alle arti visive. E, tra queste, una delle “voci” più brillanti, sicuramente quella della nostra compianta Ouka Leele, artista libera e ribelle. Con il suo stile unico, Ouka Leele ha trasformato la fotografia in una forma d’arte altamente espressiva, rompendo con le tradizioni e sperimentando nuovi linguaggi artistici.

Attraverso una selezione di fotografie iconiche, dipinti e installazioni, “Una Movida Bárbara” ci invita a scoprire la potenza creativa di Ouka Leele. Ogni scatto è un’esplosione di colore e simbolismo, capace di trasportare il visitatore in un mondo onirico e poetico, dove il confine tra realtà e immaginazione si dissolve. Il suo stile unico le ha permesso di esplorare temi come il corpo, la femminilità, la natura e la dimensione onirica. Nonostante la sua fama legata principalmente alla fotografia, Ouka Leele ha lavorato anche con il cinema, la poesia e la pittura, consolidandosi come un’artista multidisciplinare.

Nota per i curatori (vale per TUTTI): quando allestite, un po’ più di cura nella scelta delle luci e della loro disposizione che spesso non si riescono a vedere neppure le opere mannaggiassatana GRAZIE.

Tra i suoi lavori più noti, troviamo una serie di ritratti di figure emblematiche della Movida madrilena, tra cui Pedro Almodóvar e Alaska, cantante del gruppo Alaska y Dinarama. In queste opere, Ouka Leele cattura lo spirito ribelle e anticonformista del movimento, con la sua inconfondibile firma cromatica; las Bañistas, un’altra opera di grande impatto visivo, che ritrae figure femminili immerse in un paesaggio marino. La fotografia è intrisa di simbolismo e gioca con l’idea della femminilità, della natura e del mito; “La Cibeles” un lavoro iconico che mette in scena la famosa fontana di Cibeles a Madrid, simbolo della città. Ouka Leele trasforma il monumento in una scena visionaria, sovvertendo l’immagine classica e immettendovi il suo linguaggio onirico; “Rappelle-toi Barbara”, dove rende omaggio al nome di battesimo di Ouka Leele, ispirato a una poesia di Jacques Prévert. L’opera combina immagini enigmatiche con una sensibilità intima e malinconica, riflettendo l’influenza della poesia nella sua produzione.

Le opere di Ouka Leele riflettono una profonda attenzione per il concetto di libertà, sia personale che artistica. Attraverso l’uso del colore e la reinterpretazione della realtà, le sue fotografie evocano un mondo immaginario, dove il confine tra il reale e il fantastico si sfuma. Le tematiche della sua arte spaziano dalla critica sociale e politica alla celebrazione della vita e della bellezza, spesso filtrate attraverso una lente poetica e femminista.

Ouka Leele ha sfidato le convenzioni, rompendo con le tradizioni della fotografia documentaristica e sviluppando un’estetica propria, intrisa di simbolismo e surrealismo. La colorazione manuale delle sue fotografie conferisce loro un’aura di sogno, dove l’immagine non è mai solo un documento, ma una finestra su un universo personale.

Che siate appassionati di fotografia, arte contemporanea o semplicemente curiosi, “Una Movida Barbara” mantiene la promessa di essere un’esperienza visiva intensa e coinvolgente. Un viaggio nell’anima di un’epoca che ha segnato profondamente l’identità culturale spagnola (prima che diventasse cliché di sfondarsi di tapas e sangria, che adoro e che saluto con amore).

La mostra “Una Movida Barbara” non è stata solo una celebrazione dell’arte di Ouka Leele, ma anche un tributo a una delle epoche più vibranti della storia culturale spagnola. Attraverso le sue opere, Ouka Leele continua a ispirare e a trasmettere un messaggio di creatività libera e senza compromessi. Per chi ha visitato la mostra, un’opportunità per riscoprire non solo l’arte fotografica, ma anche l’energia rivoluzionaria della Movida.

E per non arrendersi alla fine della Bella Stagione, se con questo post arriviamo a 1000 view*, vi posto i video coi riassunti della mia estate!** (per dare un booster potrei mettermi il like da solo con tutti i miei profili 🥰 E ANDIAMO!)

*per meno mi offendo e cancello

**percepisco l’entusiasmo 🥳

A presto!

Michele Lamacchia

le parole creano mondi

Scherzo, sticazzi i like e non posterò nessun riassunto (non mi ringraziate)


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