Ci puoi credere, credici.

Ciao amiche e amici, come state? Come dico sempre, io sto bene, anche se non ci credo troppo. Come mai? Dopo tutto si parla di me! No, non credo più a niente. Ho chiesto alla mia terapista di aiutarmi a comprendere, a ricercare la cause di questa mancanza di fiducia e, come spesso accade, mi ha invitato a scrivere perché, dice: “Quando parli non si capisce niente”.

No, bugia: scrivere è da sempre parte del mio percorso, fin da quando a otto anni fui abbandonato a casa di mia nonna e non avevo altra possibilità di esprimermi, ma di questo e di altri episodi acchiappalike ne parleremo nelle prossime puntate. Dicevo, la mia terapista sostiene che le cause potrebbero essere diverse e mi ha invitato, aiutandomi, a scrivere. Oggi, per la rubrica Terapia in pillole, parliamo di una di queste cause, qualcosa di insidioso che potrebbe esservi capitato.

Avete mai avuto la sensazione che qualcuno stia alterando la vostra percezione della realtà, facendoti dubitare di voi stessi? Questo potrebbe essere un caso di Gaslighting, una forma subdola e spesso invisibile di manipolazione psicologica che può lasciare segni profondi, come quelli sopra accennati.

Cos’è il Gaslighting?

Il termine deriva dal film “Gaslight” (in Italia “Angoscia”) del 1944, in cui un uomo manipola la moglie per farla sentire instabile e confusa, spegnendo e accendendo le luci a gas della loro casa e negando di averlo fatto. Da qui, il significato più ampio: il Gaslighting è un comportamento in cui una persona cerca di far dubitare un’altra delle proprie percezioni, ricordi o giudizi, fino a erodere la fiducia in sé stessa. Il film ha vinto un Golden Globe, due Oscar più altre sei candidature, ma io non ci credo e non credo che ci crederò mai.

Come si manifesta?

Il Gaslighting non è sempre facile da riconoscere. Alcuni segnali comuni includono:

  • Negazione persistente: l’interlocutore nega eventi che sono chiaramente accaduti o minimizza le tue sensazioni, facendoti sentire irrazionale;
  • Contraddizioni sottili ma continue: i dettagli di una storia vengono continuamente modificati creando confusione;
  • Svalutazione: frasi come “Stai esagerando”, “Sei troppo sensibile”, “Non capisco perché ti comporti così” o “Ti inventi le cose” sono spesso usate per invalidare le emozioni e i pensieri della vittima.
Esempio di esemplificazione trovata in rete. Il web è pieno di pubblicisti che elaborano elenchi come questo (e come sto facendo anche io). Il consiglio è sempre quello di rivolgersi a uno specialista piuttosto che a uno di questi guru o influencer o pagine piene di apprezzamenti on line che sviliscono il lavoro del medico e del paziente e la serietà della materia in genere.

Perché è pericoloso?

Nel tempo, il Gaslighting può portare a:

  • Perdita di fiducia in se stessi;
  • Ansia e depressione;
  • Isolamento sociale, poiché la vittima può sentirsi inadeguata e incapace di condividere la propria esperienza con altri.

Esempi concreti di Gaslighting

Per comprendere meglio il fenomeno, ecco alcuni esempi comuni (potrebbero essere infinti) tratti dalla vita quotidiana:

  • Sul lavoro: un collega potrebbe negare di averti assegnato un compito importante, accusandoti di dimenticanza e facendoti sentire incompetente;
  • In famiglia: un genitore potrebbe dirti che “non ricordi correttamente” un evento della tua infanzia, sminuendo le tue emozioni e alterando il ricordo per adattarlo alla propria narrazione:;
  • In amicizia: un amico potrebbe negare di aver fatto un commento offensivo, sostenendo che “non l’ha mai detto” o che “sei troppo sensibile” a ciò che intendi come una critica;
  • Nelle relazioni sentimentali: un partner potrebbe accusarti di essere paranoico o esagerato quando esprimi preoccupazioni legittime su un comportamento poco chiaro, come la mancanza di trasparenza riguardo a fatti accaduti o raccontati;
  • Nella gestione finanziaria: il partner o un familiare potrebbe dire di non aver mai ricevuto una somma di denaro che invece hai dato, insinuando che tu stia dimenticando o inventando l’episodio;
  • Nella sanità: un medico potrebbe sminuire le preoccupazioni di un paziente dicendo che “è tutto nella sua testa”, facendo sentire il paziente incompreso e insicuro sulla propria salute.

Questi comportamenti hanno l’obiettivo di farti dubitare delle tue percezioni, rendendoti vulnerabile al controllo altrui.

Chi è il gaslighter e perché si comporta così?

Il gaslighter è spesso una persona con bisogni emotivi profondi di controllo e di potere. Non sempre il suo comportamento è intenzionale, ma in entrambi i casi, deliberato o meno, ha effetti dannosi sulla vittima a cui si rivolge. Alcuni motivi per cui un gaslighter agisce così includono:

  • Insicurezza personale: il gaslighter può avere una bassa autostima e usa il controllo sugli altri per sentirsi più forte o importante.
  • Bisogno di controllo: mantenere il dominio sull’altro aiuta il gaslighter a evitare di affrontare le proprie vulnerabilità o paure.
  • Modelli comportamentali appresi: alcune persone crescono in ambienti manipolativi e riproducono inconsciamente questi schemi.

È consapevole di ciò che fa?

La consapevolezza del gaslighter varia. Alcuni sono pienamente consapevoli delle loro azioni e le usano deliberatamente per manipolare; altri potrebbero non rendersi conto di quanto il loro comportamento sia dannoso. Tuttavia, indipendentemente dall’intenzionalità, è importante riconoscere e contrastare questi comportamenti per proteggere sé stessi e la propria salute mentale.

Come difendersi?

Se sospetti di essere vittima di Gaslighting, ecco alcuni passi utili:

  1. Riconosci i segnali: il primo passo è prendere consapevolezza della situazione;
  2. Documenta gli eventi: tenere un diario può aiutarti a distinguere tra ciò che accade realmente e ciò che ti viene raccontato;
  3. Cerca supporto: parlane con amici fidati, familiari o un professionista della salute mentale;
  4. Imposta limiti chiari: se possibile, limita il contatto con chi mette in atto questi comportamenti.

Perché è importante parlarne?

Il Gaslighting è una forma di abuso psicologico che, se non riconosciuta, può avere conseguenze devastanti. Parlarne aiuta non solo le vittime a prendere consapevolezza, ma anche la società a identificare e contrastare questi comportamenti.

Conoscere il fenomeno è il primo passo verso la libertà emotiva e psicologica. Se hai avuto esperienze di Gaslighting o vuoi approfondire l’argomento, condividi la tua storia nei commenti o, al solito, via mail o usando i soliti canali social (anche anonimamente): insieme possiamo creare un mondo più consapevole e compassionevole (spesso siamo sciocchini, è vero, ma anche teneroni e responsabili <3)

Alla prossima e… liberatevi!

Michele Lamacchia

Le parole creano mondi

La scrittura di queste poche righe non è stata condizionata da indicazioni e circostanze personali, ma utilizzando informazioni ricavate da testi e siti specializzati in psicanalisi e psicoterapia, e la cui coerenza è stata verificata dalla mia terapista (che saluto), eccetto che per la frase: “Pensa quello che vuoi“, che da sola ci aiuta a collassare sotto il peso delle nostre insicurezze.

AH, ATTENZIONE! Il Gaslighting è solo UNA delle cause che portano a farvi dubitare della verità. Altri motivi potrebbero essere che veramente vi state sbagliando, che ricordate male o che siete f3ss1 e r1nc0gli0n1t1 e non capite niente, eh! Conservate un briciolo di lucidità, ché non si sa mai nella vita. Ciao.


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