Donne, il problema non è il patriarcato, siete voi che siete femmine

“Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti”

Amiche e amici, come state? Io bene, mi è solo andato del maschilismo tossico nell’occhio. Ormai, è una settimana che cerco di cominciare un cz di post senza portarlo avanti perché la nervatura, ovvero il coinvolgimento emotivo, è assai. Prendo, faccio, ma poi ricomincio daccapo, come quando non mi viene la pasta per la pizza. Siccome il tema è pregno e non siamo come quelli che sono tutti professoroni laureati del web, ci limiteremo a fare una carrellata random delle cacate sentite in questi giorni (se ne avete di altre e/o se volete contestare o infamiare, lo sapete, scrivete, commentate, la porta è sempre aperta.

Oh, sono stato bannato da un tizio (che saluto) rivelatosi poi deputato di Fratelli d’Italia (sì, avrebbe potuto essere di qualsiasi altro partito e invece). Dopo avermi assegnato la medaglia di nazi-femminista mi ha fatto trattare a mrd dai suoi sgherri, nel tipico atteggiamento cyber-bullistico che a parole diciamo di voler combattere così come a parole diciamo di voler combattere il gender gap ma senza nessun provvedimento, o come diciamo di voler aiutare le donne vittime di violenza, abusi o discriminazioni però non oggi che ormai è il 26 di novembre e la festa è finita, tornatevene alle case vostre dove dovete stare, ma lo vedremo più avanti.

A me che sono cresciuto al CEP di Bari le offese, ma anche le minacce come: “ti vengo a prendere sotto casa così vediamo” mi toccano il giusto, ma sentire mia figlia che nel percorso università-casa viene fischiata, chiamata, apostrofata se non inseguita ben diciannove volte DICIANNOVE in un solo giorno, questa cosa come a un brutto fine pasto, lascia l’amaretto in bocca. Al suo posto, io avrei reagito con le capate in bocca, ma per quegli altri sono un Bianco Simil-Etero del Nuovo Ordinamento Mondiale e quindi non so più come ci si deve comportare: aiutatemi.

Per il mio bisogno di auto-analisi, tra le tante posizioni espresse in questi giorni confermate e supportate da altri Grandi Felini dei nostri giorni, ho scelto quella di quel mattacchione di Simone Di Stefano, perito alberghiero ex responsabile propaganda CasaPound, ex arrestato e condannato per furto pluriaggravato e resistenza, ex Exit e ora In(di)pendenza con il pregiudicato ex-sindaco di Roma Alemanno, venutomi incontro – sempre da destra – per spiegarmi, in un compendio di brillanti intuizioni, che se esistono soggetti come Turetta è perché “mancano esempi maschili VIRILI”, che questa “genia di maschi piagnoni impazziti, fragili, emotivi, vanitosi, confusi, eterni bambini (c’è di meglio, ndr) sempre pronti a scaricare le proprie responsabilità sugli altri (genitori amici compagni e figli) e MAI, MAI su se stessi”. Aveva ragione quell’altro ex FdG, ex MSI, ex AN, ex PdL Ignazio Benito Maria La Russa, che i figli maschi vanno educati a schiaffoni (cosa che sicuramente riuscirà a scagionare il giovane figlio Apache nel processo a suo carico per violenza sessuale a danno di una 22enne: «datelo a me, so io come fare»).

Quindi Tornando a Di Stefano, conclude dicendo che questa “femminizzazione” dei maschi “sia proprio il frutto dell’educazione progressista al pensiero debole, necessaria alla formazione del ‘consumatore ideale’. “Volete entrare nelle scuole per finire il lavoro? (…) No grazie, avete fatto già abbastanza danni” con un chiaro riferimento alla richiesta da più parti di introdurre nel percorso formativo dei ragazzi delle ore di Educazione alle relazioni, di cui nessuno dei detrattori si preoccupa di chiedersi di che stiamo parlando, nel più classico dei boomer-style: «non lo so e non mi interessa, quello che non capisco non lo tollero», e via così. Come quando gridano al gender senza sapere di che si parla.

«Non esiste la TEORIA GENDER, ma il bisogno civile alla sensibilizzazione alla tolleranza e al rispetto per le diversità»

«VAFFANC*LO, TU SEI GENDER! TU E TUTTA LA FAMIGLIA TUA!» e così andate in pace.

Aggiunge Di Stefano (come già detto, anche da tanti altri novelli narratori) che “secondo i progressisti (i progressisti sarebbero gruppi di sinistra, associazionismo, etc., quindi tutti colpevoli: direbbe Giovanni Storti «cioè, si sta ribaltando la situazione!»), Turetta non sapeva che non si deve rapire e uccidere, che non bisogna essere ossessivi e maniacali, che andava educato AH! Se solo avesse incontrato un educatore mandato da qualche associazione (e qua deve fare il cogli0ne se no non è contento) lgbtqiblablabla che gli avesse spiegato che non devi rapire e uccidere la tua ex, tutto questo non sarebbe successo!”

Tipico di questo modo di fare informazione, opinione, influenza, è il prendere una posizione (es., io dico: “l’assassino ha una responsabilità individuale ma la società ha una sua responsabilità collettiva”), distorcerla (es., loro rispondono: “Questi dicono che tutti sono colpevoli così che nessuno è colpevole”), facendo passare per brutti e cattivi quelli che la sostengMADONNA SANTA da apr1rgli la t3sta per quanto sono stupidi MA! io sono un Fem-Prodotto tra i Maschi Contemporanei del Nuovo Ordine e quindi non avendo gli strumenti per reagire, indottrinato a stare buono buono, non reagirò.

«Israele sta compiendo un genocidio! Occorre trovare una soluzione per la pace!»

«ECCO! I SOLITI SINISTRI CHE INNEGGIANO AD HAMAAAS!», io boh.

E questi gli uomini, ma neanche le donne scherzano, appoggiando (non si capisce il motivo, non lo spiegano MAI) le stesse teorie di quegli altri. Un esempio che mi è stato rimbalzato da un contatto spia, quello di tale Giulia Gennaro, candidata al Comune di Vicenza, che si autodefinisce “Caterpillar in Fratelli d’Italia” (avrebbe potuto essere qualsiasi altro attrezzo per le manutenzioni e invece). Gennaro pubblica una foto di Turetta e di un altro (immagino, perché non so chi sia) assassino con una lunga spiegazione dove invita a guardare bene in faccia “questi due qua: i volti puliti, le sopracciglia curate, le spalline strette nelle loro camicette su misura, i braccini (sic!) sottili, le manine intonse” e si chiede: “sono i figli della mascolinità tossica? Non crediamo proprio, questi sono i vostri uomini rieducati, decostruiti, femminilizzati”.

Torna il concetto della femminilizzazione. Oh, ma non è che è proprio l’essere femminile il problema? Forse sotto sotto vogliono dirci che il femminile è la vera feccia? Chiedo, eh. Donne, il problema non è il patriarcato, siete voi che siete femmine! Andiamo avanti: “questi qua, pavidi e remissivi, probabilmente non hanno mai partecipato ad una scazzottata!” (Ah! La tauromachia!) “Ed è esattamente di questi ometti che dovete avere paura: gelosi, insicuri, invidiosi, spaventati, egocentrici, possessivi, isterici, incapaci di affrontare i problemi. In una parola DEBOLI”. Chiedo alla signora Gennaro, i fratelli Bianchi di Colleferro, maschi palestrati sicuri di sé e del loro krav maga ma con le sopracciglia rifinite dove si collocano, tra i virili Ken Shiro o tra i deboli newbie Candy Candy? Tra gli assassini per supremazia e sopravvivenza della specie oppure tra i femminizzati indottrinati decostruiti rieducati? E continua: “da questi qua non troverete protezione, perché non sono in grado e perché sono in eterna competizione col genere femminile”, perché è a questo che serve avere un uomo: protezione. Una donna è un bocciuolo di rosa che va tenuto al riparo sotto una teca di cristallo (a casa a fare i servizi tranne l’8 marzo sera, e da oggi anche il 25 novembre, ma forse stata esagerando ve lo dico).

Fun fact: qualche tempo fa, qualcuno entrò in casa mia per rubare, fece un bordello esagerato. Al che il carabiniere che venne a fare il sopralluogo mi chiese: «ma lei non ce l’ha una moglie?» e io: «Ehm, no» e lui: «e allora si deve fare una moglie che così rimane a badare alla casa mentre lei è fuori a fare le cose sue!» e io: «e allora mi facevo un cane, scus’!»

In breve, le donne hanno più bisogno di un rottweiler che di un compagno.

“In questi qua non troverete le caratteristiche di un UOMO (scritto stampatello maiuscolo come su certe mutande per non sbagliarsi, ndr) ma tutti i difetti di una complessa e femmilizzata personalità debole e remissiva (…). Questi sono il prodotto MARCIO di una società che combatte il maschio forte, il patriarcato è una storiella che vi raccontano quelle orribili streghe sovrappeso coi capelli viola nei loro deliranti proclami”.

Ora, che vi ha fatto il Maschio Forte che lo combattete? E non dite “chisselincula” perché se no non siete delle signorine perbene ma delle femministe maschilizzate.

[EDIT.: il mio servizio informazioni spia mi informa che lo stesso, lungo e imbarazzante post è stato rilanciato da più e più parti, in genere tutti sotto la stessa cappella di FdI come da repertazione, tra questi il consigliere comunale di Brindisi Cesare Mevoli. Un consiglio che è più una preghiera: togliete internet da questi signori, fate loro un regalo, non hanno le competenze, non hanno la sensibilità per starci. Scrivere in fondo a un post: “fonte web”, “dal web” non toglie loro la responsabilità delle parole che condividono, HAI CAPITO? «Ma l’ho trovato on line, mica l’ho scritto io!» mrtcc tua. Bene.]

[EDIT: scopro ora che l’Italia è stata tappezzata di manifesti con queste parole, e chi è che ha affisso questa roba? CasaPound, stelline! E il cerchio si chiude]

Fun fact: noterete come questa gente qua vive in una bolla assurda fatta di contatti con le bandierine nel nome che si mettono i like da soli, che blaterano di cose di cui prima di internet si provava pudore se non vergogna anche solo a pensare ma adesso perché no? Si sentono giustificati e legittimati. Fateci caso: escono con i loro post e i loro tweet che hanno le stesse immagini, gli stessi meme e le stesse identiche parole, tutti insieme contemporaneamente come fanno le blatte o i ratti dalle fogne. Forse c’è una grande regia o un’acritica, compulsiva, stupida e colpevole condivisione dei contenuti.

A distanza di una settimana dal ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin, il delirio più completo: si parla anziché tacere, nascono gruppi a difesa della reputazione del “bravo ragazzo”, gruppi che offendono chi difende la memoria di Giulia, improvvisati sociologi e psicologi che in pochi giorni hanno rielaborato teorie studiate e confermate da decine di anni.

Vi avevo promesso una carrellata di cacate, eccole qua:

  • la leva obbligatoria, quando c’era Lei i maschi facevano i maschi e i treni arrivavano in orario. Si imparavano disciplina e rigore, ma anche a fare il letto e le corvée, giochi col sapone e scherzi con la merda e il dentifricio (non fateli a casa);
  • i femminicidi non esistono, altrimenti esisterebbero anche i maschicidi (che neppure il T9 mi dà come parola, vedi tu) e, se esistono…
  • …l’Italia è agli ultimi posti al mondo come numero di femminicidi, perciò amici impegnatevi un pochino di più, che figura ci facciamo;
  • nascono meme con Annamaria Franzoni (Cogne), Rosa Bazzi (Erba), Sabrina Misseri (Avetrana), che con un’ironia primitiva vogliono dimostrare che anche le donne sono pericolose, quindi amici virili maschi occhio a quando vedete delle donne da sole soprattutto al buio di sera perché potrebbero avere un raptus, farvi a pezzi e buttarvi in fondo a un pozzo;
  • improvvisamente è tutto un ripescare dalla rete (ci potete credere, un lavoraccio andare a ritroso di venti, trent’anni) articoli di donne che hanno sfregiato il compagno con l’acido, madri crudeli, mogli avvelenatrici e così via (senza tener conto che essendo la popolazione divisa più o meno al 50 e 50, un confronto statistico è assolutamente improponibile, ma buttiamola in vacca, sticazzi, qualcuno ci cascherà – vedi i vari “e allora il PD/Bibbiano/i marò”);
  • adesso tutti in piazza, ma dov’eravate quando è stata uccisa Pamela Mastropietro (o altro nome a memoria): anche qui il benaltrismo dove purtroppo per questa gente, internet ricorda molto meglio di loro e di chi li aizza, e con una ricerca di pochi secondi su Google è possibile trovare l’elenco di tutte le manifestazioni possibili ed evitare figure da analfabeti funzionali (in genere, per l’assassinio di Pamela Mastropietro poiché compiuto da un extracomunitario, non si sa perché tutte le manifestazioni di cordoglio e in memoria sono state dimenticate, sparite, come mai svolte, ma questa è gente che non manifesta mai se non dal divano di casa);
  • «quando a commettere questi delitti è una risorsa nemmeno un fiore!»: è una bugia e voi siete razzisti, sapevatelo;
  • razzismo nei confronti dei maschi bianchi etero: c’è del Vannacci in questo disagio;
  • le femministe sono tutte cesse (le basi minime, care amiche: un parrucchiere, un’estetista…): mi stai dando della cessa quindi?

Fun fact: c’è un mio amico che spero non stia leggendo queste righe, che pretendeva che la propria donna girasse in tacchi alti sempre, pure in casa, pure in pigiama, a mio parere per un problema di rizzamento di uccello ma potrei sbagliare.

  • manifestate contro il patriarcato ma poi difendete i palestinesi, boh un minimo di causa-effetto si impara alle elementari;
  • l’ordine finanziario globale transumanista/satanista attende l’attimo giusto per colpevolizzare l’uomo. L’obiettivo finale è il dissolvimento della figura maschile”, sono duemila anni che ce la menate con questa storia che la colpa non è di Adamo, ma è di Eva che gli ha dato la mela. Per il resto, valutate la terapia;
  • alla nota frase: “educa tuo figlio a rispettare le donne” qualcuno ha pensato bene di aggiungere: “educa tua figlia a non abusare del rispetto che un uomo le offre” che, ve lo traduco, vuol dire che la donna deve stare al suo posto e non tirare troppo la corda che se si spazientisce l’uomo rischia di fare la fine di quella lì di Portogruaro che, stigmatizzando un commento del marito contro Giulia Cecchettin, si è presa un pugno e una coltellata; ecco se le donne stessero al loro posto tutti questi sfregi non ci sarebbero, come sostengono quattro uomini su dieci, una percentuale davvero considerevole (e fa altrettanto specie che la stessa cosa sia supportata da più del 20% delle donne);
  • “Se un uomo entra nudo nel bagno delle donne, le donne lo ricevono con imprecazioni e lo colpiscono con le scarpe… se una donna nuda entra in un bagno di uomini, gli uomini l’accolgono con gioia: questo comportamento mostra la natura aggressiva delle donne e la natura gentile e pacifica degli uomini” ed eccomi qui, signor giudice;
  • gli uomini che (parliamo di QUESTO tema specifico, non in genere, sì dico a te, creti’) si vergognano di essere uomini, che chiedono scusa, che prendono le difese delle donne, che scendono in piazza al fianco delle donne o che sui social prendono parte delle donne, lo fanno perché sono dei MdF (per gli acronimi ostili, spiegazioni in pvt) e sperano di ottenere dei vantaggi dall’Altra metà del Cielo, a detta di questa gente qua di natura $e$$uale. AMICHE E AMICI: ditemi se questa roba ha un fondamento e soprattutto ha un riscontro costi/benefici perché davvero sono molto curioso (da sociologo, non da MdF, ehi);

Cercherò di lasciarvi delle diapositive sparse perché il materiale è veramente abbondante, amiche e amici.

Poi ci sarebbe tutto il capitolo Elena Cecchettin e che per aver osato dire quello che la maggior parte delle giovani e dei giovani pensano è diventata il parafulmine per tutta sta gente. Perché donna, perché giovane, perché coraggiosa, perché anziché stare al posto a piangere (come una femmina, appunto) ha scatenato un putiferio di cui parleremo in un altro post. Sono certo però che, dopo le sue parole, nulla sarà come prima e io piango ancora quando ripenso a quel “bruciate tutto”.

A presto.

Michele Lamacchia

Le parole creano mondi

P.S.: se tra quelle allegate ritenete che ci siano immagini, commenti e altro che vi disturbi o che riteniate fuori luogo, fatemelo sapere per poter valutarne la rimozione. Grazie.


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