fegatelli spot #17 – fidati

Per Wikipedia, è la qualità, attribuita ad una fonte o a un messaggio, che misura la disponibilità del destinatario ad accettare le affermazioni ricevute.

Per il Garzanti, credibile è “ciò che si può credere, a cui si può prestar fede; che è attendibile, plausibile”.

Il dizionario Treccani la definisce come “la qualità di essere credibile, cioè degno di fiducia, che merita di essere creduto”.

Per l’Oxford English Dictionary, è la “possibilità di esser ritenuto vero; è attendibilità, probabilità: “The quality of being trusted and believed in”. In altre parole, si basa sulla percezione di coerenza, trasparenza e verità delle nostre parole e azioni.

Per la mia terapista, è “la sostanza che fa funzionare gli ingranaggi sociali, affettivi e professionali”, un concetto fondamentale nelle relazioni umane, nella comunicazione e nella costruzione della fiducia.

Ciao amiche e amici, come state? Io bene, a dirla tutta un po’ incredulo. Avete presente quando ciò che vi hanno spacciato per vero in realtà era un tarocco? Non riuscendo più a crederci, ho cercato di capire: di che cosa parliamo quando parliamo di credibilità?

Un Excursus Storico: Aristotele e l’Etica della Credibilità

Per chi ama masticare di filosofia, il primo a parlare di credibilità pare essere stato Aristotele nella sua Retorica (siamo nel 350 a.C., minuto più, minuto meno). Classificando i mezzi di persuasione, il nostro Ary sostiene che per essere attendibile, il messaggio non può essere sostenuto solo da appelli emotivi o motivazionali (pathos), ma è fondamentale che le affermazioni siano sostenute dalla logica (logos), e dalla credibilità della fonte (ethos). Quest’ultima (la credibilità del parlante, che si conquista attraverso la virtù, la saggezza pratica e la buona volontà dimostrate) ha due componenti chiave: affidabilità e competenza. Esse si basano sia su fattori soggettivi, sia su caratteristiche oggettive della fonte o del messaggio (ad esempio, credenziali, certificazione o qualità delle informazioni).

Nel corso dei secoli, filosofi, politici e comunicatori hanno approfondito il tema della credibilità. Machiavelli, ad esempio, evidenziava che l’immagine e la percezione erano strumenti cruciali per il potere. Ai giorni nostri, la credibilità è diventata un tema centrale nel marketing e nella gestione della reputazione personale, sia questa on line o live.

Credit: pagine dai mila like quindi Socialmente Affidabily e Utily

La Credibilità Oggi: Tra Narrazione e Realtà

Viviamo in un’epoca in cui la narrazione è tutto. Raccontare la propria storia è diventato un modo per definire chi siamo, oggi con strumenti dall’ampia portata orizzontale come i social media. Tuttavia, la credibilità della nostra narrazione dipende strettamente dalla coerenza tra ciò che raccontiamo e ciò che realmente facciamo.

“Io sono un’artista: non dico bugie, racconto storie incredibili.” (cit.: Anonima Artista Istrionica)

La Teoria dei Giochi

Il tema della credibilità è sempre stato cruciale nella società al punto da far assegnare, solo nell’ultimo secolo, ben undici Premi Nobel a studiosi che se ne sono occupati. Nel tentativo di ricondurre la credibilità ad un contesto verificabile e misurabile, questi Nobili Ricercatori (in momenti storici e con strumenti diversi, vi risparmio i dettagli ma li potete trovare su Google non dico chiacchiere) hanno lavorato alla c.d. Teoria dei Giochi: lo scopo è stato appunto quello di cercare di verificare e quantificare la “credibilità dell’avversario” (dove “avversario” è un termine standard che rappresenta la controparte) attraverso i tentativi di gioco. In particolare, la credibilità indica la convinzione che “gli annunci dell’avversario” si realizzeranno effettivamente.

Nella teoria dei giochi, la credibilità è spesso legata al concetto di strategia credibile, ovvero una strategia che un attore può perseguire coerentemente e che gli altri attori ritengono plausibile. Ad esempio, nel noto dilemma del prigioniero, la cooperazione è possibile solo se entrambe le parti percepiscono la volontà di cooperare come autentica e credibile. E, come è dimostrato, questa (la cooperazione, n.d.r.) porta al miglior risultato possibile.

Uno dei punti chiave di questa Teoria è che “la credibilità deve essere guadagnata“. E come si guadagna la credibilità?

Nella vita reale, ciò si traduce nella necessità di dimostrare coerenza e affidabilità nelle nostre azioni, per evitare che gli altri adottino comportamenti opportunistici o diffidenti. Quando una narrazione è incoerente, si rompe quel “contratto” implicito di fiducia che regola le interazioni sociali.

Credibilità e Fiducia vanno a braccetto.

Affidereste il vostro diario segreto a Fabrizio Corona?

Assumereste Hannibal Lecter come custode dell’asilo comunale?

E Schettino come parcheggiatore?

Ho sempre avuto simpatia per quella influencer bionda, pur non condividendone i gusti, le scelte, gli atteggiamenti, nulla. Non l’ho mai giudicata. Poi ha fatto quella cag4ta di giocare con la spesa in un supermercato lei è il marito e boh, l’ho trovata davvero sgradevole, di cattivo gusto… Ha sbagliato, ha chiesto scusa, abbiamo rifatto pace. Io, lei, tutti. Mi è rimasta però l’idea di loro che sprecano il cibo, una scena brutta… Ha sbagliato, ha chiesto scusa. Ci ha messo quello che ci ha messo, ma è tornata la fiducia. Ci ha messo la faccia (sempre), ha fatto partire diverse iniziative benefiche, è stata brava, si è fatta voler bene. Ma ora (ora, adesso), se voi aveste una raccolta fondi da fare per beneficenza associata a un prodotto della vostra azienda, scegliereste Chiara Ferragni come testimonial?

Che vuoi da me, dove stavo sto.

Esempi (qualsiasi) di Credibilità Compromessa:

  1. “Non si muove una foglia” L’estate in provincia che non lo era
    Racconti di aver passato tutta l’estate in una tranquilla località di provincia. Questa la versione ufficiale. Poi, a puntate, emerge che le cose non sono andate esattamente così, che il periodo di autoisolamento in realtà è stato più volte interrotto da altri viaggi, altre esperienze, una prima, una seconda, una terza, un’altra ancora, e anche a distanza di mesi si aggiungono nuovi tasselli. “Ah, sì, c’era anche questo, ma non ricordavo”, “Ero stato obbligato”, “No, era solo una parentesi”, “Sì, ma questa non conta”, “Pensavo non si sapesse”, “In realtà era per un impegno di lavoro”, etc., etc. È vero che se all’amico chimico gli chiedi di cos’è composto il bicchiere d’acqua che hai in mano, lui ti parlerà di molecole di idrogeno e di ossigeno, ma il fatto di aver omesso di menzionare i sali minerali, le sostanze tossiche e i metalli pesanti all’interno del liquido mette forse in discussione la sua credibilità? No, se sta facendo lezione alle elementari. , se lo scopo è vendere quell’acqua come “pura”, “fisiologica”. In questo caso, la discrepanza tra la narrazione e la realtà mette in discussione la sua sincerità. Possiamo dire che è una brutta persona? No. Possiamo dire che è un cattivo chimico? No. Però se vuole vendermi l’acqua come “pura”, “fisiologica” omettendo di menzionare i sali, le sostanze tossiche e i metalli pesanti all’interno del liquido forse mette in discussione la sua credibilità.
  2. “Non stavo bene” La stagione intima ma non troppo
    Così come se la tua narrazione descrive di aver trascorso un periodo sobrio e riservato, in “autoesilio” (e questa vuole essere la versione ufficiale) ma poi, a puntate, emerge che le cose non sono andate esattamente così, e che quel periodo di raccoglimento coi suoi contenuti esclusivi in realtà è stato più una reinterpretazione di Vita Smeralda (il film, sto facendo un esempio), la tua narrazione rischia di risultare incoerente. “Incredibile”.
  3. “Vieni da me che non c’è nessuno” Natale a Cortina
    Se poi un giorno dici che passerai le festività da solo, badando a casa e agli animali (e questa viene presentata come versione ufficiale) ma poi, a puntate, emerge che le cose non sono andate esattamente così, e che quel periodo di composta introspezione (così come è stato prospettato) in realtà è stato tutt’altro, che c’è una sostanziale differenza tra il racconto e la realtà, è comprensibile che sorgano interrogativi sull’autenticità delle testimonianze presenti, passate e, va da sé, future.

…è comprensibile che sorgano interrogativi sull’autenticità delle testimonianze presenti, passate e future.

…è comprensibile che sorgano interrogativi sull’autenticità delle testimonianze presenti, passate e future.

…è comprensibile che sorgano interrogativi sull’autenticità delle testimonianze presenti, passate e future.

…è comprensibile che sorgano interrogativi sull’autenticità delle testimonianze presenti, passate e future.

Si potrebbe continuare a lungo, i cases study sono numerosi, ma noi non siamo bravi con gli esempi.

La Gatta di Schrödinger che sta sia alla casa che ovunque, sta sia in contrito ascetismo spirituale che a tutti gli eventi del mondo terracqueo, sia in totale isolamento che con chiunque. Sia alla casa che dappertutto. Sia “maisia i tatuaggi”, sia “FAMOLO SUBITO!”

Che bisogno c’è di modificare la realtà, di rappresentarla diversa da quella che è, di manipolarla? Distrazione o dolo? Buona o cattiva fede? Spontaneo candore o depistaggio? Queste domande sono la prova che il valore (misurabile) della credibilità può cambiare molto (come spiegato sopra) in base alla percezione di coerenza, trasparenza e verità.

Vi ricordo che i commenti sono sempre aperti e che potete lasciare le vostre testimonianze anche in anonimo QUI, via mail o sui soliti canali social: quando avete smesso di credere al vostro amico, alla persona del cuore? Qual è stato l’episodio scatenante? Avete ceduto subito alla prima o avete rinnovato la fiducia tutte le volte sperando in un cambio di rotta e in una riscoperta di coerenza e affidabilità (anche) narrativa? E in questo caso, perché non avete subito gettato alle ortiche la vostra credulità? Per stupidità, speranza, ottimismo, amore incondizionato, memoria corta o fede?

Perché la Credibilità Conta?

La credibilità è un valore che si costruisce con il tempo, ma può essere distrutta in un attimo. Quando c’è una frattura tra ciò che raccontiamo e ciò che facciamo, le persone iniziano a mettere in dubbio non solo quella specifica narrazione, ma tutto il nostro essere. Questo vale nelle relazioni personali, nel lavoro e nella società in generale (per quanto riguarda le “relazioni”, andrebbe fatto un ampio discorso a parte: in merito alla credibilità, ci sono “relazioni” che vengono negate, “relazioni” a cui non viene attribuito il giusto peso, “relazioni” che vengono tenute lontane dagli sguardi ma, come per l’acqua del bicchiere di cui sopra, le sostanze disciolte ci sono anche se non si vedono a occhio nudo, ovvero se non sono documentate dai media e così via).

Come Costruire e Mantenere la Credibilità

  1. Essere autentici
    Racconta la verità, anche quando è glamour o interessante (o viceversa, quando non lo è purché reale). Anche quando pensi che possa essere “scomoda”, spiacevole, imbarazzante, sconveniente. L’autenticità genera fiducia.
  2. Evitare l’esagerazione
    Non c’è bisogno di abbellire/imbruttire o ingigantire/sminuire le esperienze e le relazioni (né di negarle, ovviamente). La semplicità è spesso più convincente.
  3. Allineare parole e azioni
    Assicurati che i tuoi racconti siano coerenti con ciò che fai nella realtà.
  4. Ammettere gli errori
    Se viene rilevata ovvero scoperta una discrepanza, affrontala con onestà. Le persone apprezzano chi è capace di riconoscere i propri sbagli, chi ammette di aver rivisto la vera versione dei fatti, chi rivela di aver omesso dei dettagli. È fondamentale per recuperare la credibilità.

Piccola pausa per definire la definizione di “fondamentale”:

  1. che è la base su cui far riferimento per capire in modo essenziale: L’appetito è un meccanismo fondamentale che garantisce la nostra sopravvivenza
  2. (gergale) senza cui non si può vivere; assolutamente necessario: aiutare gli altri è fondamentale; ammettere gli errori è fondamentale per recuperare la credibilità.

Conclusione

La credibilità è una delle fondamenta della fiducia e delle relazioni umane. In un mondo dove tutto è condiviso e documentato, mantenere una narrazione coerente con la realtà è più importante che mai. Raccontare una storia autentica non solo rende il nostro messaggio più potente, ma ci permette anche di costruire legami più solidi e duraturi con chi ci ascolta.

E per voi è importante essere credibili? Oppure avete una versione diversa per ciascun interlocutore? Oppure sticazzi: “Ma che te ne fott’ basta ca staje bono ‘a sotto e tu non ti stancare più ma faje chello ca vuo’ tu”?

Scrivetemi, vi leggo sempre con curiosità, interesse e mannaggiamme’ vi credo pure. A presto!

Michele Lamacchia

Le parole creano mondi

P.s.: un mio coinquilino ha preso una multa per aver parcheggiato su uno scivolo. Ha reagito male, si è buttato contro la vigilessa in servizio in quella zona del paese dicendole testuale: “Tu sei quella che parcheggia davanti ai bidoni di casa mia, pensi che non ti ho vista?” con un marcato accento del sub-appenino dauno. “A te la multa non te la fa nessuno, no?”. Sì, sicuramente la vigilessa lo sa che non si parcheggia davanti ai bidoni, e lo sa anche se va a fare lezioni di educazione civica nelle scuole. Quando è stato il suo momento, sarà stata multata anche lei.

P.s.”: il contenuto del post è generico e riconducibile a situazioni delle più diverse; riferimenti a nomi cose città animali è puramente casuale, quindi se volete potete anche commentare con “E allora tu!”, ma non è il senso del post.

Buonanotte.


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2 pensieri su “fegatelli spot #17 – fidati

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