Ho un pessimo rapporto coi miei capelli. Non ho mai saputo gestirli, pettinarli…
Ho preso i capelli da mia madre. Non dai suoi fratelli che sono tutti del tutto pelati o quasi da molto giovani, ma da mamma che, come me, a sedici anni aveva messo il primo capello bianco. Io anche, a sedici anni. Prima uno ogni tanto, si nascondevano bene (come diapositiva).
C’è stato un periodo in cui li ho colorati: li ho portati blu, blu elettrico, violino, arancioni (per sbaglio), magenta… Mamma no, li ha sempre tenuti naturali, “sale e pepe” diceva lei. Ha ceduto alla tinta solo nell’ultimo periodo, quando era già stata mangiata dalla malattia: i capelli lunghi, il suo vanto quando era ragazza, tagliati corti e fatti una specie di biondo cenere, un colore con cui non l’ho mai saputa vedere.
Io ho smesso di giocare coi colori quando i capelli bianchi sono diventati così insolenti, così sfacciati che mettersi un colore in testa voleva dire vedersi tanti LED accesi sul capo manco alle feste di Natale.
Un giorno ho letto da qualche parte che il rame rallenterebbe lo sbiancamento dei capelli, rame contenuto in misura importante soprattutto nei semi di sesamo. Inutile specificare che, da allora, semi di sesamo sopra alla pasta, alle merengiane, ai biscottini e tutte parti. Forse avrei dovuto mangiare i cavi elettrici direttamente perché a me il rame in dosi omeopatiche non faceva. Così mi sono arreso al bullismo dei colleghi e della natura. Sono vent’anni che me ne danno 50.
Mio padre. A differenza mia e di mamma, papà invece ha sempre avuto tutti i capelli in testa e tutti neri fino a due, tre anni fa. Poi è successo che, di botto, si sono imbiancati. Tutti. Lui dice la paura: “ho preso uno sbianco!”. Io credo fosse ora, ormai.
Fun fact: a un certo punto non ha resistito e se li è fatti tingere NERI. Una cosa oscena, non so se avete presente quel Grecian 2000 anni’80, ecco lui. L’ha tenuto pochissimo, però: è andato a fare l’abbonamento del bus e il tizio dell’AMTAB non gli voleva fare lo sconto pensionati perché non ha creduto che avesse 78 anni. Lui, mio padre che ormai, dopo l’esperienza Corrida si fa chiamare “La Star”, ma di questo parleremo in un altro post.

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