
Amiche e amici, come state? Io così così. Sono appena stato in una di quelle officine per uomini dove vai e dici: «dottore, c’è qualcosa in me che non va?». Nell’attesa, ho letto, divorato La meccanica dei corpi di Paolo Zardi, una compilation di cinque racconti edita da Neo.
Come dico io, le persone non rispondono a logiche binarie, fatte di 1 e 0 e, ad ogni situazione, ciascuno può rispondere e reagire nel modo meno prevedibile. Per questo, dico, è sempre sbagliato figurarsi un solo scenario, “dare per scontato”, girare con “la verità in tasca”: tutto può essere.
Con una scrittura lucida e affilata, Paolo Zardi prova a scrutare l’imprevedibilità delle azioni e delle reazioni umane, portando il lettore in diorami noti per poi lasciarlo sbigottito davanti a scenari inattesi e ai loro sviluppi: una giovane copywriter di provincia che cerca di sopravvivere nella metropoli; un uomo solo, prossimo alla morte, riceve fantasmi e telefonate mute; due amici che a cena attraversano il tempo; una coppia che l’impensabile rende estranea; un borghese medio a cui non manca niente, sente mancargli qualcosa e…
Le variabili in gioco sono tante, troppe. E quasi mai la nostra esperienza personale ha valore statistico, tale da darci certezza che le situazioni possano considerarsi simili e sovrapponibili.
I protagonisti di questi racconti, come i personaggi della vita, hanno reazioni inattese. Zardi, che nel racconto mi ricorda a tratti il buon Buzzati, non mette ordine, non dimostra: mostra. Non dà giudizi, lascia che sia il lettore a farlo, a giudicare sé stesso (come nel mio caso, dottore), a mettere in discussione il proprio modo di agire in rapporto con gli altri. Allo stesso modo, ciascuno di noi è invitato a non dare mai per scontate le dinamiche che attraversano la società e le relazioni tra le persone.
E se no, a cosa serve la scrittura? Mica è tutta questione di equilibratura e convergenza!
Giusto, dottore?


Scopri di più da
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.