Sassolini

Amiche e amici, come state? Io oggi vorrei togliermi un sassolino dalle infradito*.

Quando qualcuno vi consiglia un libro (e vale anche per i film), ma lo fa in maniera spassionata proprio, cioè tipo: «Straordinario! Numero uno! MI RINGRAZIERAI!» seguite il consiglio? Io sì, perché sono un buono, un ottimista, un curioso e un fesso. Solo che, a volte, le aspettative riposte vengono deluse clamorosamente. Perché accade? L’altro giorno ci sono ricascato: si chiacchierava di Strega, di finalisti e di esclusi, e un estraneo (questo potrebbe già essere motivo di) un estraneo mi ferma dicendo: “Guarda ti devi leggere questo una bomba incredibile veramente una spanna sopra tutti etc” (altro indizio: quanto più una cosa viene pompata, tanto più il suo valore potrebbe essere discutibile – v. il ghiaccio agli eschimesi). Ma se ne è così convinto perché non provare? e poi… NE PARLANO TUTTI! (altra discriminante: perché ne parlano tutti? Tutti vittime di un delirio collettivo? Oppure del marketing sottotraccia? O trend social?).

Insomma, ciò su cui mi sto interrogando è: rimango deluso perché da entusiasta positivista ripongo aspettative altissime e quindi ciò che risulta essere mediocre o anche normale mi sembra degno di sdegno? Oppure è davvero mediocre quello che ho appena letto (nonostante il tam-tam dei social e i consigli sbracciati)? Nel mio caso, poi, se il consiglio disattende le aspettative mi incazzo ancora di più e non è tanto (e non solo) per le 20 euro buttate (quelle vanno e vengono: si trovano nelle tasche delle giacche che dimenticavi di avere) ma per il tempo che stai togliendo ad altre letture.

In conclusione, quando suggerite un libro a qualcuno provate a chiedervi chi avete davanti, chiedetegli quali sono le sue ultime letture e via dicendo. Non consiglierei D’Avenia a chi si dichiara un appassionato estimatore di Eco, Ginzburg o Arpino (senza snobismo, giusto per citare dei morti), né viceversa. In quanto ai consigli, sono come le caramelle: non accettateli dagli sconosciuti.

*si dice “gli infradito” ma, se ci riferiamo a loro genericamente come calzature, allora si può anche parlare al femminile (le infradito) con uso aggettivale.

Michele Lamacchia

Le parole creano mondi

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.