Amiche e amici, come state? Spero bene. Oggi vi porto al Chiostro del Bramante a Roma, negli ultimi anni diventato (uso una brutta parola ma sempre meglio di cornice o location) contenitore di alcune delle mostre più curiose a cui io abbia potuto assistere. Fino al prossimo 8 gennaio le opere di 21 artisti da tutto il mondo, molte delle quali site specific, invadono gli ambienti interni ed esterni dell’edificio legate da un tema comune: la follia*.



Crazy, la follia nell’arte contemporanea, curata da persona esperta come Danilo Eccher, è un percorso guidato di sala in sala, di corridoio in corridoio, con lo spettatore immerso nelle opere stesse. “Metamorfosi, ispirazione, straniamento, perturbazione, sorpresa, euforia e meraviglia” sono alcune delle espressioni che pervadono artisti, opere e visitatori. Colate arcobaleno, bouquet sospesi, nuvole di cotone, guardaroba stravaganti, giochi di specchi e di luci, farfalle, sale inquietanti: la mostra non si osserva, si partecipa, si vive.




P.S.: tutti dovrebbero avere della carta da parati come quella creata dai Fallen Fruit.
*Personalmente, l’associazione del termine crazy/follia all’arte mi cringia non poco. Chi ha familiarità con l’arte contemporanea intuirà da solo che lo spettro della creatività può essere tanto ampio da comprendere un’enorme varietà di “invenzioni” che, in prospettiva, termini come folle, crazy, perdono del tutto di significato.


(La mostra Crazy, la follia nell’arte contemporanea, è adatta anche ai più piccoli, i quali hanno a disposizione pannelli e audioguide anche per loro. Non mi pare siano previste tariffe ridotte: i biglietti costano 15 euro che di domenica e festivi diventano 18 DICIOTTO EURO vi ho avvisati.)