Chillin’

Comby

Cielo, mare, siero, fresco. L’acqua scorre, copre il vetro, copre il letto. Il giardino opaco e freddo. La goccia sul cuscino, il pavimento, i muri. L’acqua bagna la stanza blu, bagna l’aria, bagna i muri. La luce blu intrappolata. Il siero freddo, la goccia che scende, cristallo e metallo, il bordo del letto. Blu dentro e fuori la finestra. Blu. Il ramo sul vetro. Blu. La vena di vetro.

Rosso di sangue, rosso di lingua, rosso il bordo arrossato degli occhi. Caldo che scotta, brucia la febbre. La luce rossa sirena di notte. Le linee sbilenche, mattoni e piastrelle. Rosso che brucia le unghie dei piedi. Rosso lo specchio dagli angoli acuti. Rosso il siero, il bicchiere, le ossa. Rossa l’acqua che diventa vino. Rosso il vetro, il letto, la goccia.

Piove piove, la goccia di limone, gialla come il sole, come il cielo e il mare, balla sopra il filo, cade sul balcone, si apre come un fiore, il filo non si muove. Il buio non si vede, beato chi ci crede. Davanti alla finestra la stanza dei colori, il giallo dentro agli occhi con il giardino fuori. Con tante goccioline facciamo una collana, come bambini buoni saliamo fino al cielo.

 

Michele Lamacchia

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