Care amiche e cari amici oggi, con la leggerezza che richiedono certi temi (il tempo, la vendemmia, la disposizione delle merci sugli scaffali, il sesso), prendiamo due delle molte mail arrivate a leparolecreanomondi@gmail.com (oggetto: chiedilo a Lamacchia) e cerchiamo di dare il nostro contributo. Come vedrete, sono analoghe tra loro e così le trattiamo insieme (i due piccioni con una fava):
Ciao Michele, con il mio uomo non riesco mai a raggiungere l’orgasmo, mentre da sola sì. Secondo te ho un problema? (M.)
Caro Lamacchia, la mia fidanzata ci mette così tanto a venire che, presi dallo sconforto, abbiamo deciso di rinunciarvi. O meglio: ho deciso che lei ci rinuncerà. (P.)
No, ragazzi, non scherziamo. Non bisogna abbattersi e, soprattutto, rilassiamoci e godiamoci le gioie dell’intimità. Sapete qual è la principale causa di sgretolamento nelle coppie? Non il dentifricio, la tavoletta alzata, le robe sporche, la spazzatura o il telecomando (quelli sono sintomi), ma la sospensione della confidenza. Parlate, parlatevi! Provate a raccontare quelli che sono i vostri dubbi, le insicurezze, i desideri e, ve lo garantisco, la sincerità porterà sicuramente buoni risultati (tranne se dovete dire: “Amo un altro/un’altra” e quindi “Addio”).
Mi piace pensare a questa rubrica come a un manuale, a un posto dove trovare degli spunti, delle risposte, quando non anche delle soluzioni pratiche. Ai miei amici M. e P. suggerirei di procurarsi un aiuto fatato: il Magic Wand (letteralmente la “Bacchetta magica”). Un dispositivo sano* (*nota: quando scegliete degli strumenti per il sex scegliete sempre e solo prodotti fatti con materiali buoni e sicuri) e di comprovata efficacia. Potete usarlo in compagnia per riprendere quell’intimità felice data dalla condivisione del piacere (ma anche da sole, immagino).

Qualcuno sgrana gli occhi come farebbe con un rosario, ma portiamo dei dati: le donne che posseggono almeno un sex toy (l’ultima ricerca risale al 2014, quindi possiamo ipotizzare un aumento esponenziale) in Italia sono (erano) il 28% del totale, quindi almeno una su tre (di quelle che lo hanno ammesso). E parliamo di toys convenzionali, cose cioè pensate e create appositamente per quello (perché altrimenti, le percentuali sarebbero completamente sballate, come sapete. Se sapete cosa intendo).

Stime molto differenti da quanto rilevabile negli altri paesi, dove le cifre sono, per esempio: USA: 60%; GB: 49%; Germania: 46%. E non era ancora uscito il film famoso delle “Cinquanta sfumature” che nel nostro paese ha di fatto sdoganato l’uso di certi arnesi, permettendo alle vendite di schizzare alle stelle (un aumento di oltre il 7%, contro una flessione di pari valore nella vendita di scarpe – dati che un qualsiasi freudiano metterebbe sul tavolo per farci riflettere sul perché le donne provino una così feroce attrazione nei confronti delle calzature).
E sono principalmente le donne a introdurre nella coppia queste varianti, come ogni volta che c’è da portare freschezza e novità. Negli anni si è potuto apprezzare il cambiamento nelle abitudini e nei costumi della società: dopo le varie rivoluzioni, le donne hanno potuto pretendere pari accesso alle gioie dell’amore solo che, purtroppo, l’altra metà del cielo, cioè il sesso debole, (ovvero quello maschile) non era pronto. La conseguenza è stata che la domanda non è stata compensata da un’adeguata offerta, pertanto qualcuno(/a) è rimasto scontento(/a). Per una sorta di devianza patriarcale (non sto a dire le ragioni storico-culturali di questa stronzata) si è pensato al piacere sessuale solo come un diritto dell’uomo. Noi diciamo che non è così, pertanto, per cominciare, ci procuriamo una bacchetta magica.

Il suo aspetto, ormai così noto ma così difforme dai suoi amici fallici gli ha permesso di essere venduto anche in Alabama, in Georgia e nel Texas, dove è stato esentato dalle leggi anti-vibratori (ah, l’America!) in quanto non ne aveva la canonica forma. Oh, personalmente neanche io amo i ciccioli realistici (così come non amo quelle situazioni con più uomini: è che non mi va di mortificare nessuno).
La TV poi ha permesso a questo strumento, già conosciuto dagli anni’60 nell’ambito del cosiddetto sex-positive movement di Betty Dodson, di arrivare al grande pubblico. Nella sesta puntata della quinta serie di Sex and the City, dal titolo Critical condition (in italiano Recensioni) del 25 agosto 2002, Samantha Jones irrompe da Sharper Image brandendo il nostro fantastico massaggiatore (lei affranta e iraconda perché non più funzionante, la commessa invece visibilmente in imbarazzo che continua a ripetere che “Sharper Image non vende vibratori ma massaggiatori per il collo”).

Sì, poi c’è questa cosa: che, nel duemila, ci si deve ancora imbarazzare se ci si riferisce a qualcosa che riguarda la ffera feffuale (scusate, mi stavo imbarazzando a scriverlo).
Nel giro di pochi giorni il prodotto (all’epoca realizzato dalla giapponese Hitachi) andò esaurito (una cosa analoga accadde, sempre grazie al contributo della nota serie newyorkese, per un altro particolare strumento: il rabbit, particolarmente apprezzato da Charlotte.

Hitachi, nonostante lo straordinario successo di critica e pubblico, decise, pochi anni più tardi, di cessare la produzione del Magic Wand per non legare il proprio marchio allo svergognato e cicci-pucci oggetto in questione. Da quel momento cominciarono a proliferare bacchette magiche di ogni sorta e brand che nemmeno Silvan quando va alle sagre.

Come mi ha insegnato il mio collega Ernest (Hemingway): “Bisogna scrivere solo di ciò che si conosce”, così, cercando un ausilio per i nostri amici in difficoltà, ho cercato la nostra bella bacchetta e ho conosciuto un brand italiano giovane curato da giovani, e loro sono stati così carini, simpatici e svegli che mi sono divertito a fare domande che voi non avreste mai voluto fare. Ma di questo ne parleremo in un altro post 😉
Cenni storici (se credete nella barbosità preventiva di questo paragrafo, saltatelo pure): il dispositivo Magic Wand, come già accennato, nasce nel 1968 come massaggiatore per alleviare le tensioni muscolari ma poi, casualmente (non sta a noi sapere come), qualcuno capì che poteva essere usato in maniera molto più divertente.

Per certificarne le proprietà taumaturgiche, la magica bacchetta venne sperimentata scientificamente e diversi studi vennero praticati fino al 2008 (a quel punto basta: avevano capito che funzionava, ma forse qualcuna ancora si attardava un po’): preso un campione di cinquecento donne sofferenti di anorgasmia cronica (una disfunzione sessuale che impedisce loro di raggiungere l’orgasmo) è stato osservato e registrato che il 93% di loro è riuscito a raggiungere l’apice del piacere stimolando il clitoride con le vibrazioni dell’amico massaggiatore. (Posto che non so se si dice IL o LA clitoride, però per il resto non mi sto inventando niente: il Journal of Consulting and Clinical Psychology, il Dermatology Online Journal, il Journal of Applied Physiology, l’Experimental Brain Research, il Neuroscience Letters, e il Journal of Perinatal & Neonatal Nursing hanno pubblicato articoli e ricerche puntuali circa l’efficacia dell’affare rotante. Tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, l’artista statunitense e educatrice sessuale Betty Dodson teneva dimostrazioni, corsi e seminari per insegnare tecniche di auto-somministrazione del piacere con la Magic Wand: tutte promosse. CONGRATS!
Il più laico Cosmopolitan ha riferito che la bacchetta magica è il vibratore più spesso suggerito dai terapeuti sessuali, mentre i lettori di Mobile Magazine hanno votato il Magic Wand (o LA Magic Wand?) “il più grande gadget di tutti i tempi“.

In conclusione, è stato quindi studiato scientificamente (e abbiamo qui fior fior di testimonianze) che la maggior parte delle donne raggiunge l’orgasmo per stimolazione clitoridea, meno che per le conseguenze della penetrazione (che per gli uomini invece pare essere l’unica soluzione possibile: la somministrazione che risolve tutto). A questo punto l’aiuto di uno stimolatore potrebbe permettervi di sollecitare la “situazione”, mentre voi, con la vostra donna in trance, potete anche occuparvi di “altro” (sveglia! Non sto parlando di playstation, ma di altri posti dove andare a sfruculiare!).

Quindi, amiche e amici (partiamo dai nostri amici E. e P. per arrivare a tutti), lasciatevi trastullare senza moderazione.
Oh! Un piccolo appunto: l’uso, o per meglio dire la fruizione massiccia, del free-porn on line ha creato, a mio parere, delle distorsioni. Siccome non è mai la mamma a spiegarci come si fa ma ci si documenta tramite Wikipedia o i vari portali che sapete bene, suggerirei di produrre film dove si stravolgano le regole e si introducano elementi di novità. Senza fare grandi discorsi (che, prometto, faremo), io proporrei ogni tanto di fare finire i film con un bell’orgasmo femminile come happy ending, per non rimanere sempre vincolati a modelli vecchi e maschilisti, dove l’uomo deve ben venire e la donna non importa (come dice appunto il nostro caro amico P. nella sua mail).

Amiche e amici, normalmente i problemi di coppia e, più in genere, di sesso occupano una grossa fetta dei vostri pensieri ed è normale parlarne (anzi: fatelo – con me), non ve ne dovete vergognare.
E se il nonno, con la sua incontestabile saggezza popolare e proletaria, diceva: “Un uomo non è finito finché ha lingua e dito”, noi possiamo certamente dire che i tempi sono cambiati e siamo pronti all’integrazione con nuovi strumenti di dolce, vincente tortura.

Breaking news: queste due mail, risultate così analoghe e contrapposte (!), sono state scritte da due persone della stessa coppia (!) entrambi miei amici e lettori. Allora, d’accordo con i due, ho scritto ai miei amici produttori della “bacchetta” di mettersi in contatto con loro per consigli più tecnici, magari, e per che-ne-so, per provare. Buon divertimento, ragazzi!
Grazie per l’attenzione, se vi va condividete con le vostre amiche e i vostri amici: è sempre bello (e loro sanno perché).
Prossimamente tratteremo la mail di G. che dice:
Buonasera Michele, amo molto il mio uomo ma, purtroppo, dal punto di vista sessuale non riesce a darmi la giusta soddisfazione. Non voglio lasciarlo ma vorrei riuscire a fare con lui quello che faccio con tutti gli altri (G.)
Instagram: @leparolecreanomondi
Facebook: Michele Lamacchia ; Le parole creano mondi
mail to: leparolecreanomondi@gmail.com
Il corredo di immagini devo dire che mi ha fatto morire dal ridere!
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Fondamentali per descrivere il prodotto (prossimamente un pratico manualetto illustrato da scaricare!)
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