Gesellschaftliche entwicklung (sviluppo sociale), di Michele Lamacchia
…e mentre correvo, saltando le radici degli alberi, notai che seduto ad una panchina c’era il solito ragazzo con quaderno e penna. Era questa la cosa che me lo fece saltare in faccia: il fatto che non stesse correndo, ma che stesse perdendo tempo così. Tutti i giorni, da una settimana, almeno.
Feci il mio spit-stop (una pausa breve in cui mi stiracchiavo e sputavo) proprio là vicino. Dato che non mi guardava «Scusa», poggiai la mia lunga gamba depilata di fresco sulla spalliera, di fianco alla sua testa. E cominciai e strechare. Non poteva non notarmi. Infatti. «Carino, qui» dissi io. Chiuse il suo quaderno e si bagnò le labbra.
«A Valencia c’è un percorso ciclabile lungo chilometri, che percorre tutto il lungomare, costellato di attrezzi per la ginnastica, docce aperte e lava-piedi e, cosa che mi ha colpito di più, giochi e attrezzi per anziani» partì a missile «Lo stesso che ho visto a Palma de Mallorca: lì hanno capito, senti la furbata, che per risparmiare sulla spesa sanitaria, bisogna che la gente stia in salute. Allora il comune ha acquistato (o espropriato, non so) degli spazi enormi abbandonati per farci dei parchi a ridosso delle abitazioni, dove tutti possono tenersi in forma. E le spese per la sanità stanno diminuendo. L’uovo di Colombo» mi parlava come se avesse voluto raccontare quelle cose a qualcuno di preciso, che forse aspettava, non a me «A Barcellona, c’è un kinder-garden per ogni isolato, quasi, e ci sono anche parchi solo per i cani, in modo che proprietari di cani e proprietari di bambini non devono stare all’erta gli uni contro gli altri», «…» dissi io. E lui riprese «E ci sono anche i contenitori per la raccolta della cacca del cane: con i guantini, i sacchettini e tutto», «…».
Mi misi dritta, con le mani sui fianchi. Respiravo ancora con affanno e sudavo.
«Ti ho portato questi esempi, perché noi usiamo guardare all’estero a quei paesi, diciamo noi, simili al nostro», «Eh!», «Un posto pubblico non è solo dire “Ah, che bello! Abbiamo un parco!”, è molto di più: è scambio, sviluppo e crescita sociale…», «…»
«In Germania, ad Heidelberg, nel parco cittadino a ridosso del castello, c’è la “philosophenweg”, un percorso nel verde dove si può dire che si sia formata la grande scuola del pensiero filosofico moderno con Weber, Hegel, Feuerbach e Schopenhauer, solo per farti dei nomi che conosci», «Eh!», «Si dice che questi maestri del pensiero trovassero ispirazione anche soltanto contemplando le bellezze di questo parco», «…», «Per cui, a loro modo, questi spazi creavano cultura, no? Questi spazi, dico…», «Non…»
Chiuse il quaderno, si alzò, respirò fuori l’aria. Mi piaceva sentirlo parlare e non volevo se ne andasse.
«E tu ti sei ispirato? Cos’hai scritto?» chiesi.
«Niente» e sparì.
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