Chiedilo a Lamacchia: come fare per dormire.
Apriamo questa rubrica per rispondere di volta in volta alle domande poste dai lettori. Le domande potranno riguardare indifferentemente temi di interesse generale o propri scismi esistenziali. Domande inviate su floppy o supporto cartaceo verranno automaticamente cestinate.
– Caro Lamacchia. Ho un problema di sonno. Tu come fai per dormire? (Daniela)
Ciao Daniela. Semplicemente io non dormo. Non dormo da quando ero piccolo. Intanto vorrei specificare che “dormire” è un’attività di cui vorrei fare volentieri a meno, visto che il tempo a mia disposizione è scaduto, quindi ciao. Però dormire serve, dice, a preservare la memoria a breve termine, allora mi sforzo.
Dicevo?
Non avendo, come gli altri, un normale interruttore ON/OFF devo ricorrere a training autogeno e auto-ipnosi per abbracciare a Morfeo. A meno di “problemi” neuro, psico e altrologici (ovvio) che necessitano di benzodiazepine in consiglio sarebbe quello di ricreare nella vostra testa le condizioni del relax, e quindi del vuoto. Per qualcuno è più semplice, per altri meno.
Come è stato evidenziato dalla Tac, ci sono alcune aree del cervello che si attivano quando pensiamo a determinate cose, esattamente come se le stessimo provando. Quindi, se questo vi può far rilassare, pensate ad una spiaggia tropicale. Più il pensiero è vivido, più sarà efficace, poiché più aree si attiveranno, esattamente come quella volta a Santo Domingo. Immaginate il rumore, il profumo del mare, immaginate il tocco sulla sabbia: più sensi coinvolti, maggiore efficacia. E prendete sonno in un baleno!

Provate ora a immaginare un letto. le lenzuola soffici e profumate di fresco, il caldo avvolgente del piumone e il silenzio totale. Visto?
Personalmente trovo efficaci diversi pensieri autoipnotici, che utilizzo in base alla difficoltà di addormentarmi (in genere ipereccitazione o iperpreoccupazione per pensieri ossessivi dati da emozioni differenti come gioia, ansia, disgusto, paura, sconforto: le solite cose). In genere appena chiudo gli occhi e spengo la luce o viceversa, parte il suono gracchiante e interminabile di una formazione aborigena di didgeridoo e quasi sempre è sufficientemente efficace.

Se non dovesse bastare provo con la visualizzazione di montagne russe: immaginare di girare vorticosamente a testa in giù in uno di questi infiniti roller coaster colorati mi fa perdere i sensi (esattamente come succede nella realtà. Vi racconterò).

Quando nemmeno questo basta e il sonno tarda ad arrivare, chiamo a me il signor Golvo (il nome, di fantasia, è l’abbreviazione di “Golvovic”): uno speaker radiofonico che parla in una lingua balcanica presovietica (che non capisco) fuori da una radio antica di legno a valvole, con tanto di ronzio di fondo. Talmente una palla che, prima o poi, vince lui. La mia arma totale, il mio uomo forte.
(Chiedo scusa a tutti i miei lettori balcanici presovietici, che adoro e che saluto, ma certe loro trasmissioni notturne – comprenderanno – sono una uallera esagerata)

Ricordate: non esiste un metodo efficace in senso assoluto, ma ciascuno può imparare il suo. Provate, provate a prenderlo come un esercizio: rimarrete stupiti! Spegnete il computer e gli smartphone sin dalla cena o anche prima, bevete una tisana o un latte caldo, fate qualche minuto di yoga, mangiate carboidrati, non mangiate carboidrati, tenete un quaderno sul comodino e scrivete tre cose piacevoli che vi sono capiutate durante la giornata, accoppiatevi con il vostro uomo, o con la vostra donna, o con la vostra “cosa”, o con il vostro personale Golvo, ascoltate musica dolce (con un timer) e leggete, leggete cose belle.
Sogni d’oro!
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