Supercazzola borderline

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Caro McKenzie, ci sono più livelli cognitivi – lo sai, mi flippo spesso su questa storia dei livelli, da quando i primi Freud, i Joyce, gli Svevo, le Woolf, i Piovene, i Berto, i Faulkner, i Pirandello e gli altri – e questi si intersecano spiralitosi, confondendo le percezioni sensoriali vere e proprie con quelle derivanti dalle esperienze personali individuali e quelle delle conoscenze e insieme danno vita ai collaudati e caotici, normalmente senza troppo capo né coda che tanto hanno fatto godere strizzacervelli e strozzapreti allo stesso tempo e in modi diversi, “Flussi di coscienza”, (…) per riuscire (o dovere riuscire) a trovare un senso a quello che un senso non ha: giustificare, ad esempio, certi atteggiamenti borderline (termine – che bello – abusato, che sta ad indicare tutto quello che NOI percepiamo come al limite dell’accettabile, dello “standard”, in positivo o negativo), certi sogni borderline. E certi post in certi blog (blog > blob). Che può essere tutto e può essere niente. Tutto e niente. Appunto: border


line.

 

Michele Lamacchia

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