Il sottile confine tra realtà e verità

“Perché la verità non esiste. Esiste esclusivamente ciò che si vuole, questo l’unico dato. La discussione può partire solo da qui, da cosa si sta davvero cercando”

Amiche e amici, come state? Ho appena chiuso, ero al telefono con un’amica. Le stavo dicendo di mollare il suo uomo, uno che le dice come deve vestirsi, con chi deve vedersi (familiari inclusi), che appende il muso per giorni, la fa sentire in colpa per qualsiasi cosa (tipo la crisi Ucraina), la mortifica e la giudica con sarcasmo facendola sentire sempre inadeguata. E mentre lei mi dice che “poi ci sono quei momenti in cui è dolcissimo” mi viene in mente Il confine, il nuovo romanzo di Silvia Cossu pubblicato da Neo Edizioni.

La storia è, vi dico, pazzesca: la voce è quella di una scrittrice. Scrive biografie, restituisce senso alla vita dei personaggi decaduti, dimenticati dalla storia e dalla società. Politici, uomini d’affari, professionisti. Senza farsi grandi scrupoli, è il suo lavoro e lo fa bene.

“Rivelare a una donna che la si è amata per cinquant’anni e non ci si è mai dichiarati. Confessare a un fratello che si è responsabili della sua rovina. Godersi la vendetta. Riabilitare chi si è diffamato per capriccio o noia, dichiarando il proprio pentimento.”

Prende e manipola la realtà, la verità. “Perché la verità non esiste. Esiste esclusivamente ciò che si vuole.” Finché non incontra Mosco, specialista di fama mondiale, uno che, coi suoi metodi, ha rivoluzionato la psichiatria. Studi, teorie, conferenze, pubblicazioni… Mosco però non le chiede una versione della storia: “Capisco che la vanità può essere una tentazione“, dice, “ma a me è la verità che interessa. Tutto il resto è superfluo“.

Inizia un confronto tra i due protagonisti. Ma lo psichiatra risulta schivo, sfuggente, quasi anaffettivo sebbene riporti una grave perdita, molto grave che ce lo restituisce umano, perduto. Ma, si chiede la nostra scrittrice: “Dov’è l’imbroglio?”

“Mentre parla il tempo si ferma, non c’è nulla che possa intromettersi a turbare il momento, ma questa specie di abbandono, appena la porta del suo appartamento si chiude e mi ritrovo per strada, svanisce per lasciare spazio a una diffidenza sottile.”

Chi sta studiando chi? La scrittrice intuisce che lo psichiatra padroneggia l’arte della seduzione, conosce e dispone sofisticati meccanismi di persuasione con i suoi pazienti. Ma solo con loro? Con lo svolgersi della storia, la donna scivola nei trascorsi dell’uomo, rimanendo invischiata nel suo oscuro passato, sempre più prigioniera di trame che non riesce bene a decifrare, di persone (o personaggi?) che la attraggono.

“Che ci sia una verità da scovare contro e nonostante lui, mi alletta. L’ipotesi di rovesciare i piani e pormi come analista di uno psichiatra, perché in fondo così l’ha messa.”

E se in tutto ciò qualcuno sparisse, così, all’improvviso, senza lasciar tracce? Il ghosting, ne abbiamo parlato, è la violenza psicologica più diffusa e una tra le più dure. E com’è facile, oggi, sparire. Qual è il confine tra cura e manipolazione? Tra persuasione e frode? Tra realtà e verità? La scrittura di Silvia Cossu è così indiscreta, senza pudore, così franca che la voce dell’autrice si sovrappone a quella della protagonista, portando il lettore in un metaspazio ambiguo, dove non si percepisce più la finzione. Il confine di Silvia Cossu è un’avventura dalle cupe sfumature schnitzleriane, dai serrati confronti psicologici che si farà senz’altro notare.

In quanto ai danni dei manipolatori e delle manipolatrici seriali, direi che sarebbe bene parlarne spesso perché questi fenomeni sono tra noi e, il più delle volte, non si hanno gli strumenti per riconoscerli. È sottile il confine tra realtà e finzione, tra sogno e incubo.

Michele Lamacchia

Le parole creano mondi

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