Esiste solo la fame. Esiste solo La Carne.

“Forse tutto rimarrà in equilibrio per sempre. Forse smetteremo di morire anche noi”

Amiche e amici, come state? Io stavolta non farò il mio solito sketch dove sfrutto un momento della mia vita per usarlo come link e agganciarmi alla mia ultima lettura. Il fatto è che non ho dormito molto bene. Normalmente non saprei identificare un nemico del mio riposo ma questa volta ha un nome. E una copertina. Era notte quando ho finito La carne, il (nuovo) romanzo di Cristò, pubblicato da Neo Edizioni.

Non cambia mai niente. Non è successo niente“. Il mondo è fermo a ciò che era ottant’anni prima. A un certo punto però la gente ha cominciato a non morire più, a non provare più emozioni, dolori, nulla: “esiste solo la fame, esiste solo la carne”. Gli zombi sono sempre più numerosi. Persone che fino a un giorno prima vivevano nelle loro case ne escono per non fare più ritorno. Sono in strada, sono in coda, hanno fame e basta.

Agli altri rimangono gli stessi programmi TV, gli stessi elettrodomestici, gli stessi prodotti di ottant’anni fa. Si fanno gli stessi gesti ripetuti e automatici, gli stessi rituali (chi sono gli zombi?). I cinema porno proiettano gli stessi film, le stesse repliche da ottant’anni (chi sono gli zombi?).

A portarci per mano in questo surreale presente è un vecchio, un vecchio pieno di acciacchi, di pensieri e di gesti da vecchio. Che per tutta la vita non ha fatto altro che rivedere le sue numerose vite possibili vissute dai suoi sosia. Aspettando, ha visto le cose accadere. Chi sono questi sosia? Chi sono gli zombi?

Scrivere questa parte mi ha fatto piangere, non so perché. Cioè sì, LO SO.

Poi dice che uno non dorme.

“Penso ai miei polmoni che lavoreranno tutta la notte come lavorano da ottant’anni ininterrottamente. Penso al cuore, alle sue contrazioni continue e regolari. Penso a tutti i polmoni e a tutti i cuori della terra e al loro continuo lavoro. Penso alla lampadina, alla corrente elettrica, al televisore in stand-by, al vento, ai pianeti e mi addormento stanco per non aver fatto nient’altro che tenermi in vita, spossato nell’infinita fatica cosmica.”

La vita del vecchio si incrocia con quella del dottor Tancredi. Le due storie si inseguono. Tancredi è inquieto: la mattina i suoi pazienti trovano dei fogli scritti con la propria grafia senza aver idea di chi li abbia scritti. Contengono deliri anarchici, frasi potenti e sconnesse. Tancredi cerca di metterle in ordine, di capire se possono avere un nesso con l’epidemia che fa diventare zombi. Non si sa niente, se è contagioso, se non lo è. Poi un giorno anche Lucia, il suo amore, prende a lasciare dei biglietti di cui non ricorda nulla. La cosa fa paura. E tutti (tutti) sembrano scritti dalla stessa voce. Che non è la voce di Lucia, non è la sua. E non è quella degli altri zombi. Che ci sia un collegamento fra tutto? Un esteso archetipo dell’inconscio? La cosa fa paura.

Cos’è successo ottant’anni prima? Cosa succede a un certo punto nella vita delle persone? Questo romanzo ha il pregio di una scrittura di rara bellezza, senza gli artifici di ritmi frenetici ma con la poetica lenta che è di Cristò e di nessun altro. Un prodigio che ti incatena con le sue numerose domande. E in cima a tutte: chi sei tu? Chi sono io? E ancora: diventare zombie o rimanere umani?

Torno a scrivere di Cristò (tipo qui e qui) per la terza volta in un anno, con sempre più stupore e ammirazione. Dove la letteratura è appiattita in schemi e richiami, dove “troviamo tracce di Flaubert in Nabokov, e di Nabokov in Martin Amis” e così via e pensiamo che i libri abbiano poco di nuovo da dire o da dare, La carne è il meteorite caduto nel sonno della notte. Un temporale di tulmini. Un libro che quando lo chiudi rimani con i brividi, le ossa rotte, ti commuovi e non sai che fare. Tutto è successo. Non è successo niente.

“Prendiamoci per mano e andiamo incontro all’estinzione”

Michele Lamacchia

Le parole creano mondi

Un pensiero su “Esiste solo la fame. Esiste solo La Carne.

  1. io questo aspetto a leggerlo… prima voglio leggere il libro che ho già messo nella lista dei desideri.So che tu dici poco, ma per me è sempre troppo PerdonamiMo’

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