Siamo umani. Quasi eroi.

Amiche e amici, come state? Io rintronato. Sono appena stato a trovare mio padre e il nostro tempo insieme è stato quasi tutto impiegato negli aggiornamenti circa tale V. V., un mio ex compagno di giochi, uscito di galera dopo trent’anni e che, come allora, sta creando non pochi problemi a tutto il condominio. Ma EHI! Vi hanno mai puntato una pistola in faccia? A me sì. Ma veniamo alle nostre amate letture.

Dopo Tristezza, il precedente e notevole volume della collana Cromo di NEO Edizioni, ho terminato questa nuova, bellissima graphic novel: Quasi una storia d’eroi, di cui Ettore Gula è autore unico. Non credevo potesse prendermi così! Un noir pieno di colpi di scena, dove niente è quello che sembra! (Semmai quasi)

Per fuggire dalle periferie, reali o metaforiche che siano, occorre provarci. Ma da eroi. Questo è quello che fanno i personaggi di Gula: ci provano. Ciascuno prova il proprio percorso, giusto o sbagliato. Siamo umani, siamo fallaci. E il lavoro che viene fuori è davvero pregevole. Non sono storie facili, le vite scorrono anonime tra palazzi grigi, le porte proteggono da sguardi minacciosi, accusatori.

Il mestiere dell’autore si vede già nel tratto, rotondo e pieno, rassicurante. Ma attenzione: non si fa in tempo ad abituarsi che ecco cambiare le carte in tavola, i personaggi si scambiano i ruoli, cambiano i loro caratteri, il loro spirito.

(Quasi) SPOILER! Gli eroi di Gula seguono il viaggio previsto per loro, assecondando l’archetipo junghiano dell’inconscio collettivo, lo stesso dei miti: Franco, violento e possessivo; Lo Russo, ricattatore e manipolatore; Erika, impenetrabile e fragile, persa. Poi c’è Ugo, respingente e protettivo insieme. Ugo quasi muto, una vita misera, ai margini. Ogni notte penetra in casa di Erika, la osserva dormire, le sottrae qualcosa, oggetti personali, feticci che stringe e annusa come talismani. Ma succede l’inaspettato e tutto precipita: salta il banco, le carte, i ruoli, tutto.

L’eroe (Ugo) vive nell’ordinario, riceve una chiamata, un primo rifiuto, sollecitato dall’incontro con il mentore (qui dentro di sé), vince la sua paura, supera la Prima Soglia per entrare nel Mondo Straordinario. A questo punto, accede alla Caverna più profonda, affronta la prova principale, ottiene la ricompensa e, dopo aver attraversato la resurrezione, torna a casa con l’Elisir. Pensate a Frodo Baggins, Neo di Matrix o a Harry Potter. Ma poiché questa è quasi una storia di eroi, le cose non andranno esattamente così ma quasi. Assistiamo non esattamente a un viaggio dell’eroe quanto a quella che Longobardi definisce “la ballata del perdente”, dove Ugo lo etichettiamo subito, dalle prime tavole, come predestinato.

Gula è molto bravo a giocare con i personaggi: sono ambigui, mai trasparenti, come il quasi. Se ci pensi, anche il tratto rassicurante è ambiguo e c’è poco da stare rassicurati, in questa storia. C’è la violenza, la meschinità, l’orrore, la paura, il dolore, il tradimento, la minaccia, il ricatto. E luce, luce a sprazzi. Perché l’eroe spera nella redenzione, nella salvezza.

Il mestiere di Gula, quasi venticinque anni a fare tavole per Disney e Panini, adattamenti a fumetti della serie Toy Story e altri lavori francesi come Othon & Laiton e Wondercity (ho cercato in rete e c’è molto altro ancora), è in queste 300 pagine da imbracciare con soddisfazione. Dialoghi ridotti all’osso e silenzi comprimari, tratti puliti ed essenziali che mettono in gioco il lettore, trasportandolo nell’intricato intreccio della trama, tra scarti improvvisi e previsioni disattese.

Bisogna essere eroi per venire fuori dalle cupe atmosfere di certe periferie. O per lo meno quasi.

Michele Lamacchia

Le parole creano mondi

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